DISOCCUPAZIONE IN SVIZZERA PIÙ BASSA IN 20 ANNI
January 10, 2020Disoccupazione nel 2019
Il tasso di disoccupazione annuale nel 2019 era del 2,3%, come mostrano i dati pubblicati dal Segretariato di Stato dell'economia (SECO). L'anno scorso 106.932 persone sono state registrate nei centri di lavoro regionali, il che è inferiore del 9,5% rispetto all'anno precedente. Il tasso annuale non è stato penalizzato da dati un po' meno ottimisti di dicembre, per i quali il tasso di disoccupazione non destagionalizzato è stato registrato al 2,5% rispetto al 2,3% a novembre 2019. Secondo la dichiarazione della SECO, i dati mostrano che il mercato del lavoro è in buona forma nonostante la "debole crescita economica" nel paese. I dati sull'occupazione riguardano sia i dipendenti residenziali sia i lavoratori transfrontalieri, molto popolari in Svizzera.
Il tasso più basso dagli anni 2000
Un tasso di disoccupazione così basso è stato segnalato l'ultima volta nel 2000 e nel 2001, quando il tasso annuale è sceso al di sotto del 2%. La bassa disoccupazione è ovviamente una buona notizia, ma alcuni analisti si stanno chiedendo se i numeri non siano influenzati dal nuovo sistema che raccoglie autonomamente informazioni dagli uffici regionali di collocamento. Il sistema facilita la raccolta dei dati e può essere più preciso. Di conseguenza, il calo della disoccupazione è maggiore del previsto. In realtà, è probabile che il declino non sia altrettanto significativo. Alcuni economisti mettono anche in dubbio il metodo utilizzato per decidere chi è classificato come disoccupato dalle statistiche ufficiali sulla disoccupazione.
Difesa dei salari
Nel frattempo, la più grande associazione sindacale svizzera ha nuovamente ammonito che i metodi salariali difensivi in Svizzera devono essere inclusi nell'accordo quadro con l'Unione Europea. Le misure di protezione dei salari vengono utilizzate per proteggere la concorrenza tra i lavoratori frontalieri e i lavoratori temporanei dell'Unione Europea più economici che potrebbero abbassare i salari nel mercato locale. Alla conferenza annuale della Confederazione Svizzera dei Sindacati a Berna, è stato diffuso il messaggio forte che ogni accordo bilaterale con l'UE necessita di una "agenda sociale pronunciata", come ha affermato il presidente del gruppo Pierre-Yves Maillard: “Parteciperemo a questo dibattito sostanziale riaffermandolo che vogliamo mantenere accordi bilaterali, ma nel contesto dei salari, e difendere la nostra capacità di decidere sulle nostre misure per proteggere i salari in modo indipendente.”
Linea dura
La linea dura nel difendere i salari dalla concorrenza dei lavoratori transfrontalieri sta rendendo ancora più difficili i difficili negoziati bilaterali. I colloqui sono in corso, ma al momento sono bloccati. L'idea è di sostituire circa 120 accordi bilaterali con un accordo quadro per coprire tutte le questioni relative alle relazioni tra Svizzera e UE, in particolare dopo Brexit. I sindacati svizzeri temono che gli organismi guidati dall'UE abbiano chiarito in diverse occasioni che la difesa di salari così elevati potrebbe impedire la conclusione dei negoziati e la firma dell'accordo quadro, in modo che tale questione possa essere sacrificata e non inclusa nell'accordo.
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